“Addio” ad una Italia che non c’è più
Questa volta Aurelio, con “Addio” ha superato se stesso, e
non è soltanto una mia opinione. Ha fatto vibrare le corde dei sentimenti di
una generazione legata affettuosamente ai ricordi degli anni ’60: al suo boom, alle
sue canzoni, al periodo spensierato delle vacanze, del Jiùbox, all’emancipazione
della donna. Un bagno di
piacevoli ricordi per poi precipitare nel dramma con la
sorte del piccolo Ermanno Lavorini, trovato assassinato nel bosco nei pressi di
Viareggio. Uno sfregio del “branco”? un atto estremo di un pedofilo? un assassinio
politico? Di tutto si lesse in quei giorni sul delitto del dodicenne. Un delitto empio
per quei tempi compiuto il 31 gennaio del 1969. Il cadavere del bambino fu ritrovato
da un cane il 9 marzo successivo alla scomparsa, sepolto nella sabbia di una
pineta di Marina di Vecchiano.
Soltanto nel ’77 furono trovati e condannati i colpevoli,
tre ragazzi appartenenti ad associazioni politiche di destra. Un caso che ha fortemente
impressionato l’opinione pubblica di allora, un caso che stravolse la vita di Carlo,
anche se il nonno tentò di fargli capire in tutti i modi che, quella brutta fine di
quel bambino, non lo doveva riguardare così intensamente. Ma così non fu, per Carlo
quella morte di un suo coetaneo, segnò per sempre la sua vita.
di un bambino, Carlo che, cresciuto con il nonno in quanto
orfano, particolarmente interessato, ha seguito attentamente l’evolversi del periodo
più vissuto del ‘900 e fatto suoi gli insegnamenti del nonno che, stranamente non
ha un nome. Quasi sicuramente Carlo è l’alter ego di Aurelio fortemente legato
a quel periodo e “Addio” è tutto quello che
Aurelio era e che a noi ha voluto raccontare. “Addio” è stato presentato a
Velletri giovedi 7 giugno a Villa Bernabei, ma già aveva avuto delle ottime recensioni
che lo collocano fra i migliori scrittori contemporanei italiani. Suoi importanti
colleghi intervenuti alla
presentazione, quali Carola Susani, Andrea Caterini e
Claudio Damiani, lo hanno sottolineato. L’incontro con il pubblico, molto
partecipativo, è stato condotto dalla dr.ssa Emanuela Treggiari, Presidente del Consiglio
Comunale. Io, purtroppo non ero presente, ma di Aurelio conosco molto ed apprezzo i suoi
valori, si dal 1992 con “La Schiuma” . Aurelio, ti ringrazio per avermi fatto rivivere
quegli anni, i più belli della mia generazione, anni che sono diventati una leggenda.
Sei
il nostro Orgoglio!